L’indice iXip di Xeptagen è un nuovo indice diagnostico che fornisce la probabilità di cancro alla prostata. Esso è stato creato per aiutare i clinici a decidere se raccomandare o meno la biopsia in pazienti con sospetto PCa [25, 26].
La procedura non intende sostituire il PSA, ma migliorare l’accuratezza diagnostica per il tumore prostatico, riducendo così il numero di biopsie con esito negativo.
L’indice iXip si basa su quattro parametri clinici:
- PSA-IgM, un nuovo biomarcatore di tumore alla prostata;
- PSA;
- Volume prostatico, determinato con ultrasuoni trans-rettali (TRUS);
- Età.
Uno specifico algoritmo elabora in maniera veloce e affidabile questi valori e fornisce la probabilità che un dato paziente abbia PCa.
Sulla base del valore di iXip, che può variare da 0 a
1, i pazienti vengono classificati in quattro classi di rischio, come descritto in Tabella 1 [25].
Tabella 1: Categorie di rischio di iXip per tumore prostatico. Se=sensibilità; Sp=specificità.
Pazienti con nessun rischio di PCa (iXip <0.2) non dovrebbero subire biopsia. In questo gruppo non ci sono pazienti con PCa e il numero di biopsie prostatiche negative può essere ridotto fino al 10.3% [25]. Pazienti nel gruppo a basso rischio (iXip 0.2-0.3) hanno una probabilità del 3% di avere PCa, ed evitare la biopsia in questi pazienti porterebbe a una riduzione del 22% delle biopsie, mancando la diagnosi solo del 6% dei tumori [25]; in questo caso, il medico dovrebbe considerare attentamente i dati e la storia clinica del paziente prima di raccomandare una biopsia. Per i pazienti a rischio intermedio (iXip 0.3-0.5), la riduzione delle biopsie negative è più consistente (57%), ma il 21% dei pazienti potrebbe avere PCa [25]. La biopsia prostatica dovrebbe essere eseguita nei pazienti ad alto rischio (iXip >0.5).
Sembra esserci una correlazione tra alti valori di iXip e aggressività di PCa: pazienti con tumore più aggressivo (punteggio di Gleason ≥7) mostrano valori di iXip più alti rispetto a pazienti con cancro meno aggressivo (punteggio di Gleason <7)[25]. Inoltre, la maggior parte dei casi più gravi (punteggio di Gleason = 8 o 9) si riscontra nei pazienti con valori di iXip superiori a 0.5 [25].
iXip vs. Competitori
I dati attualmente disponibili indicano che iXip è l’unica procedura diagnostica in grado di ridurre il numero di biopsie prostatiche non necessarie (ovvero con esito negativo), senza perdere alcun caso di tumore (100% di specificità quando il valore iXip di riferimento è 0.2)(Tabella 2)[25-32].
Tabella 2: Confronto tra le prestazioni del test PCA3, l’indice Phi e iXip.
Il confronto diretto tra iXip e l’indice Phi mostra che iXip ha una specificità del 30% maggiore quando è usato il valore 0.2 come riferimento (Tabella 3) [25,26, 30].
Tabella 3: Confronto tra iXip e indice Phi. Se=sensibilità; Sp=specificità.
Ulteriori studi comparative sugli indici iXip e Phi sono stati fatti su 164 pazienti, di cui 69 già sottoposti a biopsia prostatica in precedenza. In condizioni tali per cui il numero di casi di PCa persi è lo stesso (n=3) sia per iXip che per Phi, iXip consente una riduzione maggiore del numero di biopsie con esito negativo (-23% con iXip vs. -13% con indice Phi) (Figura 1).
Questi confronti mettono in risalto il miglioramento che porta iXip nella diagnosi di PCa rispetto agli altri prodotti disponibili sul mercato, e chiarisce come il medico possa applicare iXip per ottimizzare il processo di diagnosi di cancro alla prostata.