Cosa bisogna sapere e cosa è utile fare
La calcolosi urinaria è la presenza di calcoli nelle vie urinarie: reni, ureteri, vescica e uretra.
Il calcolo è una masserella solida, come un “sassolino”, e si forma quando i minerali presenti nelle urine formano cristalli.
La maggior parte dei calcoli urinari vengono eliminati spontaneamente assieme all’urina, ma in alcuni casi è necessario un trattamento attivo per rimuoverli
Si tratta di un problema molto comune: circa una persona su 10, nell’arco della sua vita, sviluppa la calcolosi urinaria. Gli uomini sono più colpiti rispetto alle donne (3:1) e la fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 50 anni
I fattori di rischio possono essere dietetici (scarsa assunzione di acqua, abuso di proteine animali, elevato consumo calcio e sodio) e non dietetici (storia familiare, obesità, malattie metaboliche)
I calcoli possono essere di vario tipo: quelli di Ossalato di Calcio sono i più frequenti (circa il 65%). Ma altre sostanze possono costituire i calcoli da sole o in associazione tra loro: acido urico, l’urato monoammonio, la carbossiapatite, la struvite (“calcoli da infezione”), la cistina e la brushite.
I sintomi
Solitamente i calcoli si formano nel rene e successivamente migrano nell’uretere dove, ostacolando il deflusso dell’urina, causano un dolore tipico, la colica renale.
Il dolore della colica renale insorge improvvisamente a carico della regione lombare e può irradiarsi verso i genitali. Ha una durata variabile da alcuni minuti ad alcune ore. Possono essere associati disturbi urinari (simili a quelli di una cistite), nausea e vomito ed ematuria (presenza di sangue nelle urine). Qualche volta si può presentare febbre alta preceduta da brivido.
Esiste anche la possibilità che il calcolo, durante la sua discesa, non provochi alcun sintomo.
La Diagnosi
La diagnosi si avvale di esami ematici e strumentali.
- Esami del sangue: l’emocromo (può rilevare un aumento dei globuli bianchi, segno di infezione sistemica), la funzionalità renale (la creatinina elevata è indice di sofferenza del rene).
- Esame delle urine ed urinocoltura: i calcoli possono essere fonte di infezioni urinarie.
- Ecografia renale e vescicale: è l’esame di prima scelta, può identificare direttamente il calcolo, descrivendone la posizione e la dimensione. Inoltre può evidenziare la dilatazione del rene (idronefrosi) segno indiretto di ostruzione al deflusso urinario.
- TAC dell’addome (senza e con mezzo di contrasto): rileva con precisione la presenza del calcolo e la sede dell’ostruzione, oltre a dare informazioni sulla funzione del rene.
Il trattamento
Il trattamento di un calcolo urinario si impone quando è presente dolore e/o dilatazione della via escretrice (idronefrosi).
I farmaci più utilizzati sono i Farmaci anti-infiammatori non steroidei (FANS) per il controllo del dolore, e gli alfalitici per agevolare l’espulsione del calcolo se è localizzato nel tratto di uretere vicino alla vescica
L’espulsione spontanea del calcolo è condizionata dalle dimensioni (circa l’80% dei calcoli inferiori a 5 mm vengono espulsi spontaneamente) e dalla sede (più è vicino alla vescica, più alte sono le possibilità di passare).
In generale un calcolo renale o ureterale che non causa dolore o dilatazione non deve essere obbligatoriamente trattato
Quando l’espulsione spontanea non avviene, e persiste dolore e/o dilatazione, il trattamento “attivo” è finalizzato a liberare la via urinaria dal calcolo che la ostruisce .
Esistono tre modalità di trattamento attivo:
- Litotrissia extracorporea (SWL) si utilizza una macchina esterna al corpo che genera onde d’urto in grado di frantumare il calcolo
- Ureteroscopia (URS)
- Litotrissia percutanea (PNL)